Il 22 Aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata Mondiale dedicata alla Terra, alla sua salvaguardia e alle azioni che possiamo compiere per ridurre l’impatto dannoso che abbiamo su di essa.
Come può l’amore per la moda, settore tra i più inquinanti, e lo shopping convivere con la necessità globale di salvaguardare il Pianeta? Sembra impossibile, ma si comincia a piccoli passi.
COS’É L’EARTH DAY?
Nel 1969 uno dei pozzi della Union Oil, azienda petrolifera statunitense, ha subito una fuoriuscita di petrolio che causò un disastro ambientale incredibile. La notizia scosse talmente l’opinione pubblica e il senato da voler istituire, l’anno successivo, una giornata che ponesse l’attenzione sui rischi dell’azione umana sulla salute del Pianeta.
Ma il Fast Fashion è da demonizzare in toto? Quanto è veramente sostenibile economicamente uno stile di vita senza Fast Fashion?
É IL FAST FASHION IL VERO DEMONE?
Tra i consigli più popolari è quello di ridurre, se non eliminare, l’acquisto di capi e accessori dai brand fast fashion: facile a dirsi, ma non così facile da sostenere economicamente.
Il Fast Fashion non è un demone da combattere a tutti i costi, ma va compreso per poterlo gestire con un approccio sostenibile.
APPROCCIO SOSTENIBILE AL FAST FASHION
Per la maggior parte delle persone acquistare da colossi come Zara e H&M non è una scelta, ma l’unica possibilità. I prezzi competitivi permettono anche a chi ha redditi medio-bassi di potersi vestire secondo il proprio gusto e di avere una grande offerta tra cui scegliere.
Come fare quindi?
- Valuta bene quello che hai nell’armadio
Avere un’idea chiara di quello che si ha nell’armadio ti permette di sapere se effettivamente hai bisogno di quella fantastica maglietta in offerta che hai appena individuato in una pila di magliette in offerta, o è solo il prezzo scontato a farti gola.
- Compra meno, ma meglio
Scegliere la qualità invece che la quantità può sembrare costoso, e in effetti in un primo momento lo è. Significa, però, anche investire in capi e accessori che veramente ti piacciono e che userai realmente: meglio un maglioncino da €50 che possa durare nel tempo, piuttosto che prenderne tre da €20 l’uno da cambiare ogni due mesi.
- Dona, non buttare
É fisiologico che un capo, anche quello dalla qualità migliore, prima o poi si rovini a tal punto da non poter essere più usato o che, in seguito a un cambio di peso, non vada più bene. Come smaltirlo in modo sostenibile? Se è in buone condizioni puoi donarlo ad associazioni che si occupano di smistare l’abbigliamento ai più bisognosi. In caso di capo rovinato, puoi cercare quelle realtà che recuperano prodotti tessili per riciclarli. L’importante è non gettarlo!
- Valuta il second hand e/o il vintage
Una valida alternativa al mondo fast fashion è quello degli acquisti pre-loved o vintage (non conosci la differenza? Clicca qui per il post dedicato). Dare una seconda vita a un capo carico di storia può farti risparmiare ma ti dà anche l’opportunità di distinguerti dalla massa: il fast fashion ha il grosso contro di essere pensato per le masse, quindi il rischio di trovarsi con qualcuno che ha addosso le tue stesse cose è alto.
Il mondo del second hand e del vintage è un’opportunità sia per chi compra ma anche per chi vende: dai una lettura al mio post sull’utilizzo delle app di compravendita più conosciute e a quello su Vestiaire Collective, il più grande e-commerce di compravendita di vintage al mondo. Hai ancora dubbi? Scrivimi in DM (@fabiolaeffe_) o mandami una mail (fabyclem93@hotmail.it): sarò felice di aiutarti!