All’inizio della storia dell’uomo il blu non era presente, ora è tra i colori più amati e usati sia in ambito professionale sia in quello personale: ma come è possibile?
STORIA DI UN COLORE NON VISTO
Nato dall’incontro tra luce e materia, nei secoli è diventato uno dei colori più amati dall’essere umano, ma per secoli non è stato mai utilizzato e, forse, nemmeno percepito.
ANTICHITÀ
Lo studio delle pitture rupestri ha rivelato che i colori utilizzati dai primi uomini erano principalmente il rosso, il nero, l’ocra e le sfumature di marrone: non c’erano tracce di blu, né di colori simili. Alcuni studiosi sostengono che la sua assenza fosse dovuta alla sua poca reperibilità in natura, altri invece sono convinti che i primitivi non potessero proprio percepirlo.
GRECI E ROMANI
In questo periodo scomparve quasi totalmente dalla quotidianità delle persone.
Diverso l’approccio dei bizantini che usavano già da decenni la pittura blu per rappresentare le vesti del Cristo e della Vergine.
MEDIOEVO
I nobili si vestivano principalmente di rosso o viola in questo periodo, mentre il blu era il colore più utilizzato dai poveri che tingevano i vestiti con coloranti di scarsa qualità derivati dalla pianta del guado.
RINASCIMENTO EUROPEO
In questo periodo la pittura subì un’incredibile rivoluzione: gli artisti, per la prima volta, cercarono di rappresentare la realtà così come appariva veramente ai loro occhi.
Un altro passo fondamentale fu il Concilio di Trento del 1570: Papa V stilò una lista dei colori che potevano essere usati nelle rappresentazioni sacre: escluse il blu, perchè considerato troppo comune.
IL COLORE DELLE UNIFORMI MILITARI
Il primo a tingere di questa tonalità le divise dei soldati fu Federico Guglielmo I di Brandeburgo nel XVII secolo, per una questione puramente economica: in Germania era nata una fiorente industria di pastello, un colorante ricavato dal guado. Quando Brandeburgo divenne Re di Prussia, la tinta del suo esercito venne soprannominato “Blu di Prussia”.
Colore della libertà e della rivoluzione nel XVIII secolo, divenne il colore dell’autorità governativa nel XIX secolo. Ormai legato alle divise di libertà, venne usato da organizzazioni internazionali occidentali come la NATO per vestire le forze di pace, i cosiddetti “Caschi Blu”.
LE DIVERSE SFUMATURE
Come abbiamo visto, questo è un pigmento che per secoli è stato difficile reperibile. Questo ha portato l’uomo a compiere numerosi esperimenti partendo da quello che l’ambiente circostante gli offriva.
Questi esperimenti portarono, più o meno inconsapevolmente, alla creazione di tonalità molto diverse tra loro.
BLU EGIZIANO
Grandi amanti dei lapislazzuli afghani, che incastonavano in gioielli e maschere funerarie, non riuscirono mai a polverizzarli per ottenerne pigmenti.
Le leggende narrano che il pigmento arrivò sul territorio italico grazie a Vestorius, un commerciante napoletano che imparò proprio ad Alessandria a produrlo. Tornato nella sua Pozzuoli, fondò una fabbrica per produrlo localmente.
BLU OLTREMARE
Soprannominato per secoli “il vero blu”, nacque intorno al IV secolo d.C.
COBALTO
La sua origine viene indicata tra il VIII secolo e il IX secolo, in Cina.
CERULEO
In uno dei miei film preferiti dicevano: “[….]quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo![…]
BLU DI PRUSSIA
Forse il più importante dopo l’oltremare, fu scoperto in realtà per puro caso.
BLU OLTREMARE SINTETICO
Il blu oltremare per decenni fu considerato il migliore pigmento in commercio per la qualità del prodotto; il costo elevato, però, rimaneva un problema non da poco sia per gli artisti che per i loro committenti.
Per altri centocinquant’anni la fama del blu oltremare, sia in versione organica che sintetica, rimase immutata.
BLU KLEIN
Il pittore francese Yves Klein negli anni Cinquanta riuscì a sviluppare una versione opaca dell’oltremare, combinando il pigmento con la resina Rhodopa.
YInMn
La casualità è un elemento ricorsivo nella storia del blu e anche nel 2009 gioca un ruolo centrale nella scoperta di una nuova tonalità.
Di qualsiasi sfumatura si tratti, il blu viene tradizionalmente associato alla sfera maschile, soprattutto nell’infanzia, ma non è stato sempre così.
È DAVVERO UN COLORE DA MASCHI?
La convenzione che lega il blu alla mascolinità nasce negli anni Cinquanta negli Stati Uniti per mere esigenze di marketing.
IL SUO RUOLO NELLA MODA
Anche nel settore moda e abbigliamento il blu ha vissuto momenti altalenanti: se nell’antichità tingere i vestiti di questa tonalità risultava difficile, l’avvento del denim ha ribaltato di molto la situazione.
COSA TRASMETTE?
Per la creazione del proprio stile personale anche i colori giocano un ruolo fondamentale.
ANEDDOTI E CURIOSITÀ
Concludiamo queste non molto breve storia del blu con alcune curiosità.
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